Tuesday, March 28, 2023

Le prime scritture iraniane: I sistemi di scrittura proto-elamita e lineare elamita

François Desset

«E qui, nella mia affascinazione per questa misteriosa scrittura, sta la vera ragione del mio lavoro». Così Piero Meriggi (1899-1982) giustificava la sua “diserzione” dalle lingue anatoliche per proseguire la sua ricerca sui sistemi di scrittura detti “proto-elamita” (PE) ed “elamita lineare” (EL). Quarant’anni dopo, questo fascino è rimasto intatto: il sistema di scrittura PE, creato alla fine del IV millennio a.C., è infatti uno dei più antichi al mondo e all’interesse per le origini di un fenomeno si sovrappone l’attrazione per una scrittura ancora in gran parte indecifrata, caratteristica che condivide con la scrittura EL, apparsa in Iran quasi 1000 anni dopo, verso la fine del III millennio a.C.

La pubblicazione di questo volume da parte del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università “L’Orientale” rende accessibile il lavoro di ricerca che F. Desset ha dedicato a queste antiche rappresentazioni del sapere, siano esse di natura economica e contabile come le tavolette PE o dalla forte connotazione ideologica come le iscrizioni EL, e costituisce una tappa importante nello studio di una delle creazioni più significative della civiltà umana: la scrittura.

Il volume è arricchito da numerose tavole esplicative e foto a colori.

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Editore: UniorPress

Collana: Series Minor

Pagine: 200

Lingua: Francese

NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-26528

 

Dettagli su questo libro

ISBN-13 (15)

978-88-6719-083-6

Data di pubblicazione (01)

2012-10-01

doi

10.6093/978-88-6719-083-6

 

 

 

Agricoltura, alimentazione e paleoambiente della Jazira siriana tra IV e III mill. a.C. Le evidenze da Tell Mozan

Matteo Delle Donne  

Il volume presenta nuove informazioni sul rapporto che la comunità antica insediata nella regione attraversata dall’Alto Khabur, nella Siria nordorientale, instaurò con l’ambiente nel quale era inserita. A tal fine, ci si è avvalsi di un approccio interdisciplinare che ha consentito di tracciare una parte dell’evoluzione del mondo vegetale, mediante lo studio dei resti di semi e frutti provenienti dagli scavi archeologici di Tell Mozan, diretti da Giorgio Buccellati e Marilyn Kelly-Buccellati dell’IIMAS – The International Institute of Mesopotamian Area Studies. I livelli indagati da questa ricerca sono riferibili a due fasi cronologiche distinte, Late Chalcolithic 3 (prima metà del IV mill. a.C.) e Early Jazirah IV (seconda metà del III mill. a.C.).

I campioni analizzati hanno restituito un assemblaggio carpologico costituito per la maggior parte da un complesso di cariossidi di cereali, perlopiù frammentarie, scarsissimi resti di spighetta e di spiga, una gran quantità di piante infestanti, soprattutto graminacee e, in misura minore, infestanti leguminose e infestanti relative ad altre famiglie. Le piante coltivate maggiormente attestate nel sito di Tell Mozan sono rappresentate dai cereali quali orzo, dicocco e grani nudi; di gran lunga inferiori sono le attestazioni di legumi, in particolare la lenticchia, e dei frutti, tra i quali un interessante presenza è quella della vite nei livelli del III mill. a.C. Molto numerosa è la documentazione delle piante infestanti, soprattutto graminacee, in molti casi Aegilops e, in misura minore, infestanti leguminose e di altre famiglie.

Nei modelli elaborati, mediante studi etnografici, per la ricostruzione delle fasi di lavorazione dei cereali, il complesso vegetale rinvenuto nei livelli di IV mill. a.C. potrebbe essere correlato alla fase della trebbiatura, mentre quello ritrovato nei campioni di III mill. a.C. potrebbe essere collegato a uno degli stadi finali della lavorazione, compreso tra la setacciatura fine dei grani e il loro primo stoccaggio. Il prodotto di questo stoccaggio, rinvenuto nell’area identificata come magazzino reale, poteva essere destinato all’alimentazione animale piuttosto che a quella umana. Una delle prime deduzioni di carattere ecologico che lo studio di questi resti consente di trarre è che la caratteristica comune a gran parte delle infestanti identificate è quella di potersi insediare in habitat aperti, come campi coltivati o margini di campi coltivati. Inoltre, la presenza di piante tipiche di aree incolte umide, come stagni o corsi d’acqua ha permesso di definire aspetti del paesaggio naturale.

La ricerca, quindi, integrando le informazioni provenienti da fonti archeologiche e archeobotaniche, ha consentito di ricostruire il quadro del paesaggio ecologico e culturale di una parte della Jazira siriana sul finire della protostoria. La definizione dell’archivio biologico del sito di Tell Mozan potrà, inoltre, fornire un apporto fondamentale per la realizzazione di una riserva di biodiversità, nella quale custodire la storia del rapporto della comunità che popolava la Jazira siriana del passato con l’ambiente.

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Editore: UniorPress

Collana: Dissertationes

ISSN: 1723-8226

Pagine: 280

Lingua: Italiano

NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-28280

 

Licenza

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ISBN-13 (15)

978-88-6719-166-6

Data di pubblicazione (01)

2022-05-23

doi

10.6093/978-88-6719-166-6

 

Von Blüten und Krisen: Eine wirtschaftsarchäologische Studie zum kaiserzeitlichen Südetrurien

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Archäologische Forschungen 

Im Zentrum des Buches steht einerseits eine wissenschaftsgeschichtliche Einordnung der theoretischen und methodischen Konstruktion der Struktur und Performanz der römischen Wirtschaft unter besonderer Berücksichtigung der diskursiven Entwicklung des Krisenbegriffs, der als paradigmatisches Beispiel dient, wirtschaftsgeschichtliche Modelle semantisch stabilisiert und damit vergleichbar macht. Andererseits wurde daraus ein polythetisches Indikatorenbündel als methodische Grundlage für die multivariate regionale Synthese von archäologischer legacy data entwickelt, das beispielhaft am kaiserzeitlichen Südetrurien und damit auf einer mittleren zeitlichen Ebene ein sowohl quantitativ als auch qualitativ umfassenderes Bild räumlicher und diachroner Trends in der Entwicklung der regionalen Wirtschaft und ihre multiskalare Einbettung in verschiedene ökonomische Netzwerke zeichnet. Südetrurien ist mit seiner langen und intensiven Forschungsgeschichte sowie der zentralen Rolle, die die Region in älteren Modellbildungen gespielt hat, ein besonders geeignetes Fallbeispiel. Dazu wurden archäologisch Indikatoren ausgewählt, die Aufschluss über die Landwirtschaft, ländliches Handwerk sowie über infrastrukturelle Entwicklungen bieten. Das Buch leistet darüber hinaus einen Beitrag zu Fragen der ökonomischen Integration und Spezialisierung in der Kaiserzeit sowie zur Modellierung des ökonomischen Suburbiums der Stadt Rom.

Copyright (c) 2023 iDAI.publications/books 

Kapitel

  • Vorwort
  • Einführung und Fragestellung
  • Von Krisen und ihren Indikatoren. Modellbildungen zur römischen Wirtschaft der italischen Halbinsel und Südetruriens
  • Methodik. Das archäologische Indikatorenbündel und die Rekonstruktion der Wirtschaft Südetruriens
  • Struktur und Entwicklung der kaiserzeitlichen Wirtschaft in Südetrurien. Darstellung der Indikatoren
  • Fazit. Struktur und Performanz der Wirtschaft in Südetrurien
  • Literaturverzeichnis
  • Abbildungsnachweis
  • Indices
  • Tafeln 1–28
 
  

 

Schöne Denkmäler sind entstanden: Studien zu Ehren von Ursula Verhoeven

Simone Gerhards, Nadine Gräßler, Svenja A. Gülden, Alexander Ilin-Tomich, Jessica Kertmann, Andrea Kilian, Tobias Konrad, Kyra van der Moezel und Monika Zöller-Engelhardt (Hrsg.)\
 Schöne Denkmäler sind entstanden

Der vorliegende Sammelband „Schöne Denkmäler sind entstanden“ vereint Studien zu Ehren von Ursula Verhoeven. Die vielfältigen Beiträge ägyptologischer Fachkolleginnen und –kollegen sowie ihrer universitären Schülerinnen und Schüler spiegeln die thematische und methodische Breite der Forschungsinteressen der Ägyptologin wieder. Dazu zählen ägyptische Schriftkultur, insbesondere die kursiven Schriftarten, ihre Entwicklung und ihre Interdependenzen mit Monumentalhieroglyphen sowie ihre (digitale) paläografische Analyse, ägyptische Papyri, Graffiti und Dipinti, literarische und Totentexte, Funerärkultur, Religion, Götterwelt, Kulturgeschichte und viele mehr.

Empfohlene Zitierweise

Gerhards, Simone et al. (Hrsg.): Schöne Denkmäler sind entstanden: Studien zu Ehren von Ursula Verhoeven, Heidelberg: Propylaeum, 2023. https://doi.org/10.11588/propylaeum.1085

Lizenz

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Identifikatoren
ISBN 978-3-96929-176-4 (PDF)
ISBN 978-3-96929-177-1 (Hardcover)

Veröffentlicht am 28.03.2023.

 

Inhaltsverzeichnis
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Titelei
Inhalt
Simone Gerhards, Nadine Gräßler, Svenja A. Gülden, Alexander Ilin-Tomich, Jessica Kertmann, Andrea Kilian, Tobias Konrad, Kyra van der Moezel, Monika Zöller-Engelhardt
Vorwort
Tabula Gratulatoria
Schriftenverzeichnis von Ursula Verhoeven
Andreas Dorn
Intericonicity in religious graffiti in the Valley of the Kings and the dissemination of motives
Kathrin Gabler
Ein weiterer Beleg eines schildförmigen Mumienamuletts
Svenja A. Gülden
Betrachtungen zum (Forschungs-)Datenmanagement im AKU-Projekt
Karl Jansen-Winkeln
Der Würfelhocker London BM EA 48039 und seine Vorlage
Chiori Kitagawa
Taxonomic re-evaluation of the Coptic Magical Bone from Gebel Asyut al-gharbi (S05/46)
Tobias Konrad
Eine paläografische Nachlese zum Graphem G68 und dessen Peripherie
Elisabeth Kruck
Grabkegel mit Opferformeln
Angelika Lohwasser
Eine Göttin mit Durchsetzungskraft
Dimitri Meeks
Échanges et correspondances
Kyra van der Moezel
An example of necropolis administration in marks
Ludwig D. Morenz
Wege zum Founding Father Ägyptens
Hana Navratilova
Interaction of Primary and Secondary Epigraphy in the Pyramid Temple of Senwosret III
Richard Bruce Parkinson
A note on Sinuhe B 147–8
Tanja Pommerening
Eine Rezeptur zum Beseitigen von Husten?
Silvia Prell
Gedanken zu einem bestimmten Kochtopftyp aus Tell el-Dab‘a
Monika Zöller-Engelhardt
Case studies from Asyut

 

Monday, March 27, 2023

La collezione egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: Volume II. Trascrizione e note degli appunti del ‘Catalogo dei Monumenti Egiziani di Georg Zoëga

Stefania Mainieri
Università degli Studi di Napoli L'Orientale
https://orcid.org/0000-0002-7148-0262 

UniorPress - Studi Africanistici - Serie Egittologica 

“L'antichità istessa ebbe la sua antichità, e l'antichità egizia può a ragion chiamarsi l'antichità delle antichità”. Con queste parole di Bernardo Quaranta, Giovambattista Finati conclude la sua prefazione del primo catalogo a stampa della Collezione Egiziana del Real Museo Borbonico nel 1822. A 200 anni dalla sua nascita, attraverso lo studio critico di un’ampia documentazione d’archivio - sparsa tra le città di Napoli, Velletri e Copenaghen - viene ricostruita per la prima volta la storia della Collezione Egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal punto di vista collezionistico, inventariale e museografico. Il volume I, infatti, narra la complessa storia della formazione della raccolta e delle sue diverse acquisizioni, nonché la vita dei reperti sia all’interno che all’esterno del museo napoletano; raccoglie e analizza le numerose incongruenze sia inventariali che di attribuzione e ridà vita a reperti dispersi o decomposti attraverso descrizioni antiche, tavole sinottiche e catene inventariali. Di fondamentale importanza per riscrivere la storia dell’intera raccolta è stato soprattutto il manoscritto di Georg Zoëga del 1784, primo catalogo della collezione veliterna di Stefano Borgia la cui trascrizione (volume II) rappresenta nel contempo uno strumento indispensabile restituire ‘memoria e dignità storica’ all’insigne raccolta egiziana del Museum Borgianum.

I volumi sono parte di una tesi di Dottorato in Vicino Oriente Antico presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” completata nel giugno 2016.

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Editore: UniorPress

Collana: Studi Africanistici - Serie Egittologica

Pagine: 278

Lingua: Italiana

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Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

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ISBN-13 (15)

978-88-6719-234-2

Data di pubblicazione (01)

2022-10-20

doi

10.6093/10.6093/978-88-6719-234-2

 

 

 
 

 

 Stefania MainieriUniversità di Napoli L'Oriental ehttps://orcid.org/0000-0002-7148-0262  

 

UniorPress - Studi Africanistici - Serie Egittologica 

“L'antichità istessa ebbe la sua antichità, e l'antichità egizia può a ragion chiamarsi l'antichità delle antichità”. Con queste parole di Bernardo Quaranta, Giovambattista Finati conclude la sua prefazione del primo catalogo a stampa della Collezione Egiziana del Real Museo Borbonico nel 1822. A 200 anni dalla sua nascita, attraverso lo studio critico di un’ampia documentazione d’archivio - sparsa tra le città di Napoli, Velletri e Copenaghen - viene ricostruita per la prima volta la storia della Collezione Egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal punto di vista collezionistico, inventariale e museografico. Il volume I, infatti, narra la complessa storia della formazione della raccolta e delle sue diverse acquisizioni, nonché la vita dei reperti sia all’interno che all’esterno del museo napoletano; raccoglie e analizza le numerose incongruenze sia inventariali che di attribuzione e ridà vita a reperti dispersi o decomposti attraverso descrizioni antiche, tavole sinottiche e catene inventariali. Di fondamentale importanza per riscrivere la storia dell’intera raccolta è stato soprattutto il manoscritto di Georg Zoëga del 1784, primo catalogo della collezione veliterna di Stefano Borgia la cui trascrizione (volume II) rappresenta nel contempo uno strumento indispensabile restituire ‘memoria e dignità storica’ all’insigne raccolta egiziana del Museum Borgianum.

I volumi sono parte di una tesi di Dottorato in Vicino Oriente Antico presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” completata nel giugno 2016.

UniorPress2.jpg

Editore: UniorPress

Collana: Studi Africanistici - Serie Egittologica

Pagine: 304

Lingua: Italiana

 

Licenza

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Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Dettagli su questo libro

ISBN-13 (15)

978-88-6719-234-2

Data di pubblicazione (01)

2022-10-20

 

 

Harbor of the Pharaohs to the Land of Punt II: Archaeological Investigations at Mersa/Wadi Gawasis, Egypt, 2006-2011. PART III

Kathryn A. Bard
Boston University
Rodolfo Fattovich
Università di Napoli L’Orientale
Andrea Manzo
Università di Napoli L’Orientale 

Studi Interdisciplinari e di Area 

Mersa/Wadi Gawasis è il porto del Medio Regno (ca. 2055-1650 a.Cr.) da cui partivano le navigazioni egiziane verso la terra di Punt. Il sito è localizzato sulla costa egiziana del Mar Rosso tra Safaga e Qosseir. Dal 2001, il sito è stato indagato da una Missione archeologica italo-americana dell’Università “L’Orientale” e della Boston University, diretta da Kathryn A. Bard e Rodolfo Fattovich. Il libro è la pubblicazione dei risultati delle campagne condotte dalla Missione tra 2006 e 2011 e comprende la descrizione degli scavi archeologici e gli studi paleoambientali, che hanno fornito nuovi dati sulla storia e l’organizzazione del porto. Inoltre, i materiali archeologici rinvenuti nel corso di tali indagini sono descritti e discussi. Tra questi si segnalano stele, ostraca, iscrizioni su legno e papiro, cretule, ceramica locale e importata, materiale litico, reperti connessi alla navigazione, resti macrobotanici e malacologici. Tali materiali forniscono dati cruciali sulle attività egiziane nella regione del Mar Rosso.

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Editore: UniorPress

Collana: Fuori Collana

Pagine: 84

Lingua: Arabo

NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-28811

 

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Dettagli su questo libro

ISBN-13 (15)

978-88-6719-198-7

Data di pubblicazione (01)

2022-11-07